La sostituzione delle protesi mammarie è un intervento di chirurgia estetica indicato quando una paziente decide o necessita di cambiare gli impianti inseriti in precedenza. Si tratta di una procedura nota anche come mastoplastica secondaria, spesso più complessa della prima operazione, poiché richiede un’attenta valutazione dello stato dei tessuti e degli impianti esistenti.
Le motivazioni che spingono una paziente a optare per la sostituzione delle protesi possono essere diverse. In alcuni casi, il risultato estetico ottenuto con la prima chirurgia non rispecchia le aspettative, oppure si desidera un cambio di volume – più grande o più contenuto – rispetto alla misura attuale.
La motivazione più frequente, tuttavia, è la senescenza degli impianti. Le protesi più datate, infatti, tendevano a perdere consistenza dopo circa dieci anni, aumentando il rischio di rottura o alterazioni della forma. Le moderne protesi di ultima generazione sono realizzate con gel coesivi ad alta tecnologia, più resistenti e durevoli, e non presentano una vera e propria data di scadenza. Tuttavia, non si può parlare di dispositivi “eterni”. È fondamentale, quindi, monitorare nel tempo lo stato degli impianti attraverso controlli periodici, ecografie o risonanze.
L’intervento di sostituzione protesica richiede spesso la rimozione della capsula fibrosa che si forma naturalmente attorno all’impianto. Questa fase, detta capsulectomia, consente di creare una nuova tasca “pulita”, priva di aderenze, dove posizionare la nuova protesi. In molti casi, soprattutto quando gli impianti precedenti sono stati rimossi dopo molti anni, si riscontra una lassità cutanea che può richiedere una procedura aggiuntiva di mastopessi per riposizionare e rassodare il seno.
Presso l’Academy of Aesthetic Sciences, il dott. Adriano Santorelli utilizza il simulatore avanzato VECTRA 3D, che consente alla paziente di visualizzare in anteprima il possibile risultato finale, valutare asimmetrie, analizzare lo stato degli impianti esistenti e definire insieme al chirurgo la strategia più adatta. Questo approccio riduce significativamente i tempi operatori e le complicanze post-operatorie, aumentando il livello di soddisfazione delle pazienti.
L’intervento ha una durata media di circa due ore, si esegue in anestesia generale e prevede generalmente un ricovero di una notte in clinica. Non vengono utilizzati drenaggi, e i punti di sutura sono riassorbibili. Dopo l’intervento, è richiesto l’utilizzo di un reggiseno post-operatorio giorno e notte per almeno 30 giorni, al fine di favorire una corretta guarigione e un recupero più rapido.
La sostituzione delle protesi è una procedura che richiede esperienza avanzata e una profonda conoscenza delle tecniche di chirurgia del seno, comprese quelle ricostruttive. Per questo è fondamentale affidarsi a professionisti altamente qualificati in chirurgia plastica.
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